gnocchi con erbette e patate

Gli gnocchi di patate, sono un classico della cucina italiana…. ma soprattutto a chi non piacciono ?
Quelli che vi propongo oggi ,li ho fatti qualche giorno fa, avevo delle erbette fresche,spinaci e bietina da taglio, patate, farina, uova…
Gli gnocchi,specie quelli con le patate, solitamente vengono conditi con sugo di pomodoro o ragù di carne, ma sono buonissimi con sughi di formaggi chiamato anche “ai 4 formaggi”, ma anche in bianco con burro fuso e salvia.
Basta variare il condimento e abbiamo un primo piatto fantastico. 
La storia delle patate ha inizio quando vennero,nella seconda metà del ‘500, scoperte e importate in Europa dagli spagnoli di Pizarro, sulla Cordigliera Andina.
In Perù, Bolivia, e Messico la patata veniva coltivata fin dia tempi della civiltà azteca e incaica.
I primi europei che la degustarono ne rassomigliavano il gusto a quello della castagna.
All’ inizio il suo nome era “papa”, ma in Europa venne chiamata “patata” perché confusa con la patata dolce delle area tropicali americane.
Inizialmente non furono amate, del tubero venivano consumate solo le foglie perché i frutti, ricchi di solanina, e quindi ritenuti tossici.
Solo nella seconda parte del XVI sec. le patate giunsero in Italia grazie ai padri Carmelitani Scalzi, i quali secondo un cronista dell’epoca insegnarono come dovevano essere coltivate e raccolte, consigliando inoltre: “si mangino in fette, a guisa di tartufi e di funghi, fritte ed impanate, o nel tegame con agresto…”.
Fu a causa di una terribile carestia del 1663, che in Irlanda si cominciò a consumare patate per l’alimentazione umana.
Molti decenni dopo il tubero incontrò colui che l’avrebbe portato fuori dall’ambito militare, durante la guerra dei Setti anni (1756-1763) dove erano protagonisti anche gli eserciti prussiani e francesi.
Si trattava del farmacista ed agronomo francese Parmentier Antoine-Augustin, che durante la prigionia in Germania ne apprezzò il sapore, constatando la sua facilità di crescita in terreni relativamente poveri. Tornato in patria, qualche anno dopo Parmentier propose la “pomme de terre” (patata) ad un premio per nuovi cibi contro la carestia, presentando il tubero come un pane già fatto che non richiedeva ne mugnaio ne fornaio. 
L’alimento suscitò grande interesse e fu così che, dopo la spaventosa carestia del 1785, Luigi XVI  impartì l’ordine ai nobili di obbligare i propri contadini a coltivare la patata.
I risultati non furono quelli sperati, perciò su consiglio di Parmentier, che orgogliosamente adornava il suo panciotto col fiore azzurro dalla pianta, il sovrano decise di dare seguito ad uno stratagemma. 
Si cominciò facendo coltivare delle patate al Campo di Marte, in un terreno guardato a vista dai soldati reali, per poi spargere la voce che lì si produceva una preziosità riservata al re.
La cupidigia fece il suo corso, in molti si trasformarono in ladruncoli pur d’impossessarsi dei frutti proibiti, e durante la rivoluzione del 1789 la patata era già un cibo popolare. 
All’inizio dell’ottocento la “plebea” patata trovò la sua consacrazione anche nella Haute Cuisine con le crocchette ideate da Antoin Caréme.
In Italia, nonostante gli sforzi degli studiosi, tra i quali sembra ci fu anche Alessandro Volta, ancora a metà ‘800 la patata trovava una forte resistenza come testimonierebbe la sua marginale presenza nei ricettari dell’epoca.
Oggi, grazie alla sua versatilità, la patata è il prodotto vegetale al quale sono dedicate più forme di preparazione.
La classificazione delle varietà è fatta in base alle caratteristiche della polpa: più soda in quelle a pasta gialla, più farinosa in quelle a pasta bianca. Le patate a pasta gialla sono adatte per insalate, fritture e cotture in cui il tubero sia intero o a pezzi; quelle a pasta bianca esaltano le proprie qualità nei purè e nelle crocchette, ossia in tutte quelle preparazioni dove vengano sfarinate durante o dopo la cottura.
La patata va conservata intera al fresco e al buio.
Di gnocchi si parla già dalla seconda metà del Ottocento,verso la fine del 1800 si diffusero a macchia d’olio quelli a base di patate.
A Roma gli gnocchi rappresentano il piatto tradizionale del giovedì, seguendo il detto “Giovedì gnocchi, Venerdì pesce (o anche “ceci e baccalà“), Sabato trippa” (il proverbio sottolinea l’importanza del giovedì come giorno quasi festivo, che necessita d’un piatto elaborato e gustoso e che anticipa quello di magro del giorno successivo).

Curiosità:
– a Verona un piatto di gnocchi con burro e salvia (o con la pastissada, lo stracotto di cavallo tipico della città scaligera) viene tradizionalmente consumato il “Venardì Gnocolàr”, giorno della sfilata dei carri di carnevale. E papà del Gnocco è il nome della principale maschera del carnevale scaligero, di qui anche l’usanza di mangiarli il venerdì.
– anche a Castel Goffredo in provincia di Mantova, in occasione del carnevale locale , la tradizionale maschera di Re Gnocco offre ai propri sudditi gnocchi e vino il venerdi gnoccolaro.

ingredienti per 2 persone

  • 400 grammi di patate 
  • 300 grammi di erbette da taglio , spinacino e bietina 
  • farina bianca ,circa 100 grammi 
  • 1 uovo 
  • 80 grammi di burro 
  • foglie di salvia fresca 
  • Grana Padano grattugiato 
  • sale

preparazione

  • Lavate e lessare le erbette in acqua leggermente salata, una volta cotte,scolatele e strizzatele per bene. 
    Una volta volta fredde tritatele finemente. 
  • In un’altra pentola lessate le patate con la buccia, in acqua leggermente salata,per 30-40 minuti.
  • Sbucciate e schiacciate le patate, aggiungete gli spinaci, la farina,l’uovo, il sale e lavorate l’impasto, fino a renderlo ben uniforme. 
  • Prelevate delle piccole porzioni di impasti e lavorate sulla spianatoia infarinata fino a ricavare tanti filoncini grandi quanto un dito, tagliateli a tocchetti da 2,5 – 3 cm. quindi fateli rotolare sulla grattugia schiacciandoli leggermente al centro con il pollice.
  • Disponeteli su un canovaccio pulito e spolverateli con un velo di farina.
  • Portate a bollore una pentola con acqua salata; appena inizia a bollire immergetevi gli gnocchi, pochi per volta, mescolateli delicatamente con un cucchiaio di legno e una volta che vengono a galla scolateli con la paletta forata.
  • Adagiateli in una pirofila,possibilmente calda, e conditeli con il burro fuso, salvia e una generosa grattugiata di Grana Padano.

Fonte: http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/orto-frutti/patata-e-Parmentier.html

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