“Una merla dal bellissimo piumaggio bianco, era sempre strapazzata da gennaio, mese freddo e scuro, che non aspettava altro che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per scatenare freddo e gelo.
Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido.
Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che all’epoca durava ventotto giorni.
Giunti all’ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingannato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro.
Gennaio, furioso, se ne risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio.
Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia.
La merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse.
Trascorsi i tre giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si era tutto annerito.
Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.“
I “tre giorni della merla” , secondo la tradizione, sono gli ultimi tre giorni di gennaio: 29, 30 e 31…e sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno.
Queste erano le storielle che mi raccontavano quando ero piccina, storie che hanno lasciano un ricordo indelebile, come il gusto di certe cose che ora quando le assaggio mi riportano indietro con il tempo.
E allora vista la giornata fredda, il cielo grigio ,una bella zuppetta con fregola con carciofi e gamberi va proprio bene.
La ricetta che segue è stata presa da http://www.ricettedisardegna.it/
Mi piace questo tipo di pasta di semola dalle origini millenarie, molto simile al cous cous, arrivata sull’isola tramite scambi commerciali con i Fenici e i Cartaginesi.
La fregula, o freula dal termine latino ferculum, che significa sminuzzare è un prodotto tipico della Sardegna.
La fregula, disponibile in varie dimensioni, è prodotta così:
si dispone la semola in un catino di coccio e viene impastata con poca acqua salata e mediante e paziente movimento delle mani in modo circolare si ottengono dei granelli, più o meno grandi.
La semola viene fatta asciugare e quindi tostare in forno fino a farle assumere il tipico colore dorato.
Molti i modi per condirla, quello forse più famoso è con le arselle.
Ingredienti per 4 persone
200 grammi di fregula
4 carciofi spinosi
8 gamberi rossi
1 cipolla piccola
1 carota
1 gambo di sedano
1 spicchio di aglio
prezzemolo
3 pomodori secchi
vino bianco secco
olio extravergine di oliva
peperoncino tritato
preparazione
- Pulite i carciofi, affettateli e rosolateli in un’ampia padella antiaderente con aglio e prezzemolo.
Sgusciate i gamberi, separando le code dalle teste.
Con i carapaci preparate il brodo: mettete in una pentola la carota tagliata a dadini, il sedano e cipolla tritata, rosolate con un filo di olio e aggiungete i gusci.
Sfumare con vino bianco e ricoprite di acqua.
Salate e portate a cottura. - In una pentola, rosolate l’aglio con i pomodori secchio tagliati a pezzetti, aggiungete la fregula e fatela tostare per un minuto e, sempre mescolando, bagnate con il brodo di gamberi, precedentemente filtrato, un po’ alla volta per circa 15/20 minuti.
- A metà cottura, aggiungete i carciofi rosolati e le code di gambero tagliate a pezzetti.
Mantecate a fine cottura con olio extra vergine di oliva e peperoncino tritato.
Lasciate la fregula leggermente brodosa, è da mangiare con il cucchiaio.