La collina dorata o Phu Khao Tong risale all’inizio del XIX secolo, quando Re Rama III fece erigere un grande chedi utilizzando materiali delle fortezze in rovina e dei muri della precedente capitale Ayutthaya.
Tuttavia il terreno risultò troppo morbido per sostenere il chedi, che cedette trasformandosi in un cumulo di macerie.
Per la legge buddista nessun edificio per quanto diroccato ,può essere distrutto: così cinquantanni più tardi Re Rama V vi fece costruire sopra il che più piccolo, dove fece mettere qualche reliquia di denti del Buddha provenienti dall’ India, come dono del governo britannico.
Oggi nella vecchia base di macerie sono stati piantati alberi e sono state collocate lapidi funerarie e memoriali.
Attraverso le scale a chiocciola si accede alla terrazza del chedi da cui si vedono Banglamphu e Ratanakosin, le spire dorate del Gran Palazzo, i prang proporzionati di Wat Arun dall’altro lato del fiume Chao Phraya e l’imponente struttura del ponte Rama VIII.
Situato a 5 minuti di strada a piedi dal ponte Khlong e vicinissimo alla fermata dei battelli Phan Fah estremità orientale di Rajdamnoen Klang.
Ben illuminato di notte, quando sembra fluttuare senza sostegni sulle case, il chedi dorato del Wat Saket è costruito in cima alla Collina Dorata.
Situato fuori dalle mura della città, il wat fungeva inizialmente da crematorio, e poi come fossa comune per le 60.000 vittime della peste lasciate agli avvoltoi perché non potevano permettersi pire funerarie.
Ovviamente non c’è traccia di ciò nell’attuale Wat Saket, che oggi pullula di attività religiose alla base del chedi situato sulla Collina Dorata.
Il Wat Saket ospita nella prima settimana di novembre un’enorme fiera annuale, quando la collina viene illuminata con lanterne e il complesso è gremito di giostre e spettacoli teatrali itineranti.